Tutto, o per lo meno la maggior parte delle cose, è cambiato, a causa del Coronavirus, nel sistema economico sia dell’Italia che degli altri Paesi.
I consumartori si sono accorti della possibilità di approvvigionarsi attraverso nuove, (si far per dire!) modalità che hanno mutato drasticamente le loro abitudini di informarsi, valutare, acquistare.
In poco meno di 2 mesi, tutta la pianificazione e le strategie studiate per tempo, sono state rese vane da un imprevedibile elemento: l’emergenza sanitaria a causa della pandemia da Coronavirus. In un periodo di tempo drammaticamente breve, siamo stati costretti a evolverci digitalmente allo stesso modo per il quale avremmo impiegato, in Italia, almeno 10 anni. Un’accelerazione di una macchina di cui eravamo consapevoli ma di cui abbiamo avuto sempre, forse, paura per le attuali e dimostrate potenzialità.
Le abitudini e i comportamenti dei consumatori italiani sono mutate a favore dell’e-commerce. In base alle analisi di Netcom in questa prima metà del 2020, sono stati stimati circa 2 milioni di consumatori in più rispetto all’anno precedente e più della metà è da attribuire al Coronavirus, segnando quindi una crescita a livello mondiale del 55% del commercio elettronico e in particolar modo per il food retail viene rilevato un un incremento che si attesta intorno al 23% e per il settore farmaceutico del 15%.
Ci sono comunque dei settori che non sono riusciti a tenere il passo come il settore dell’abbigliamento che sta subendo ingenti perdite a causa della sua stretta correlazione ai retail fisici ma la maggior parte dei merchant online ha rilevato un incremento di nuovi clienti proprio in questo periodo in cui siamo stati costretti a rimanere a casa.
Insomma, non tutto il male vien per nuocere! Basti pensare che nella spesa quotidiana online si è registrata una vera e propria impennata nei settori del pet care ( animali domestici +154%), cibi freschi e confezionati (+130%), prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%)