Il 2020 può essere considerato come l’anno in cui abbiamo stravolto le nostre abitudini di acquisto a causa del lockdown imposto per ridurre i contagi da Coronavirus.
In Italia abbiamo, “finalmente”, scoperto gli acquisti online e i servizi di homedelivery. Ma non tutti i settori aziendali riescono a tenere il passo di questa ri-evoluzione che segna, con oltre 2 milioni di nuovi consumatori, una crescita in soli due mesi del 20% circa a differenza del Grande Distribuzione e dei bei di largo consumo con un trend del 144% nello stesso periodo.
Il risvolto della medaglia è la perdita di fatturato per la maggior parte di aziende che operano nei servizi di consegna B2B (business to business) che sfiora, sulle stime di Confetra, oltre il 50% nel solo primo mese di serrata forzata delle aziende considerate non rilevanti.
Risulta invece in controtendenza il settore degli operatori logistici che gestiscono le spedizioni verso i consumatori privati per conto dei merchant che si rivolgono prevalentemente ad un mercato B2C (business to consumer): la scoperta degli acquisti online, da parte dei privati, ha determinato un’impennata dei fatturati di quelle aziende che avevano già avviato progetti di commercializzazione digitale dei loro prodotti e di quelle aziende che sono riuscite a reinventarsi in tempi rapidissimi e a offrire i propri prodotti e/o servizi grazie all’utilizzo di soluzioni proposte da marketplace o altre soluzioni a supporto dell’e-commerce.
Il successo di questo segmento, con oltre 700 aziende attive e con un fatturato di oltre 6 miliardi di Euro, copre in minima parte la perdita del comparto merceologico dei servizi di spedizione che viene comunque definito, dalle associazioni di categoria, in grave crisi.
Uno dei motivi principali della crisi del settore logistico dedicato alle consegne a domicilio è da ricercare nel fatto che la quota maggiore è detenuta da pochi grandi player multinazionali contro i quali, i piccoli corrieri italiani non riescono a competere sia in termini qualitativi nella prestazione di servizi oltre che economici ancor più gravati dalle restrizioni e dalle disposizioni di prevenzione e sicurezza sanitaria che ha imposto profonde riorganizzazioni aziendali, sia di personale che di strumentazione oltre alle necessarie misure di prevenzione e distanziamento lavorativo che hanno inciso notevolmente alla voce costi e che non tutte le aziende sono state in grado di adottare in tempi utili ad affrontare il periodo.
Altro fattore determinante è dovuto alla capacità da parte delle grandi aziende di riuscire a conquistare quote di mercato indistintamente dal contesto B2B o B2C: i colossi della logistica di servizio gestiscono la quota maggiore delle consegne aziendali sono maggiormente profittevoli rispetto a quelle per i privati per peso e volume che determina una maggiore marginalità di tariffa.
L’incremento di volume delle spedizioni ha corrisposto ad un maggiore fatturato ma non ha inciso positivamente sui costi; la Fase 2 comporterà una graduale riapertura delle attività e questo agevolerà ulteriormente le aziende che si cimenteranno nel riorganizzare la propria attività online e le aziende logistiche avranno il tempo di adeguarsi alle nuove esigenze di operatività nei servizi di spedizione.